mama blog: Valentino ha 8 mesi

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Valentino ha otto mesi. Otto. La gente non ci crede. Io non ci credo. Io non ci credo perché mi sembra che sia nato l'altro ieri e di essermi distratta per un minuto... et voilà! Ti sei distratta e lui ha compiuto otto mesi. La gente non ci crede perché è in quella fase in cui nessuno riesce a stabilire a occhio quanti mesi possa avere un bambino: ne ha sei? Ne ha otto? Boh! Per gli estranei ha un'età generica tra i 6 e 12 mesi.


Denti 

Scrivere denti, così, nero su bianco, sembra quasi il titolo di un film horror. In effetti, dopo mesi e mesi di urla e scleri disperati durante i quali Valentino si sarebbe messo in bocca anche il proprio gomito, finalmente sono spuntati due denti nel giro di un paio di giorni. Due incisivi inferiori sono lì, fuori dalla gengiva, a fare ciao ogni volta che sorride. Finalmente ha i denti per sorridere. Una cosa carinissima. Ma dicevamo del film horror: i denti di un bambino in questa fase sono affilati come una tagliola, mordono i capezzoli (una meraviglia), mordono la mia faccia, le mie braccia... mordono il cibo, così Vale vuole mangiare tutto quello che può morsicare, salvo poi strozzarsi perché stacca dei pezzi di cibo troppo grandi per i suoi due dentini. Ormai è una continua lotta per non fargli morsicare qualunque cosa.


Quarantena parte 1

Quando gli amici che hanno figli vi raccontano che appena iniziano a frequentare l'asilo si ammalano di continuo, non stanno esagerando. Dopo aver portato Valentino a ben due incontri del nido aperto (due!!) il giorno in cui avrei dovuto portarlo al terzo si è svegliato con il raffreddore. Il giorno seguente (un martedì) era ancora più raffreddato. Il terzo giorno, mercoledì, si è svegliato con una tosse degna di un fumatore, quindi l'ho portato dal pediatra, nonostante avesse già una visita di controllo programmata per il venerdì. Il pediatra, appena lo ha guardato in faccia, ha commentato "lo hai portato al nido" senza che io dicessi niente. Alla mia risposta "...sssi... al nido aperto..." ha ribadito "si vede. Scommetto che naso chiuso e tosse". Verificato che Vale stesse bene, nonostante la palese influenza, abbiamo proseguito la visita con il bilancio di salute previsto il venerdì: la puericultrice, tutta contenta per come stava andando l'autosvezzamento (ovvero molto lentamente e molto a caso), riportava ogni mia risposta alla sua tirocinante come se fosse un esempio da manuale, mentre io commentavo "mmm mmm, si". La sera stessa, Max è rientrato dall'ufficio raffreddato quanto suo figlio e dal giorno seguente (giovedì) ha deciso di restare a casa e lavorare dalla nostra sala da pranzo. Quella medesima settimana si sono visti i primi casi di Coronavirus in lombardia e a Milano gli eventi pubblici venivano annullati. La domenica annullato il Carnevale e il lunedì successivo è iniziata per tutti i colleghi di Max la quarantena volontaria: ufficio chiuso e tutti al lavoro da casa. Nei giorni seguenti piano piano iniziavano a chiudere ristoranti e negozi, la gente usciva il meno possibile ma non si era ancora barricati in casa, tanto che un paio di pomeriggi sono riuscita a portare Valentino a prendere un po' di aria. Intanto cominciavano ad arrivare notizie inquietanti di mamme in coda a un metro di distanza sparse per tutta la asl perché al settimanale controllo del peso si poteva accedere una per volta, tra impiegate schizzate e vaccinazioni a oltranza finché era possibile farle. 


Paroline e mammite acutissima

Durante la famosa visita dal pediatra, la puericultrice mi aveva domandato se Vale avesse già iniziato con la lallazione, ovvero quel balbettio con cui i bimbi cercano di dire le prime parole che si risolve in "da da, ba ba, me me" che fa sempre morire dal ridere. Io le avevo risposto che no, ancora non aveva iniziato. Esattamente il giorno dopo Valentino ha iniziato a parlottare. Tra un ba ba e un de de era chiarissimo che stesse cercando di dire "mamma". La cosa pazzesca però non è che stesse cercando di chiamarmi, ma il perché: se lo lasciavo da solo e uscivo dalla stanza iniziava tutto incavolato a chiamare "da ba! ma ba! de de ma ba da da!!" finché non tornavo sui miei passi rispondendogli "oh ma stai sereno, eh!". Naturalmente il fenomeno ha iniziato ad applicarsi a qualunque situazione, con o senza balbettii. Improvvisamente aveva sviluppato una forma grave di mammite acuta, per cui non potevo lasciarlo due minuti in braccio al suo papà per andare in bagno. Ma mentre io ero sempre più esaurita da questo bambolino che mi si era attaccato come una cozza allo scoglio e che si lamentava con veemenza ogni volta che lo lasciavo per 30 secondi, Max era estasiato di fronte a ogni parolina e a ogni lamento. "Amore guarda che dolce, lui vuole la sua mamma!". Eh, la sua mamma vorrebbe anche riavere le mani libere, ma pazienza. Il marsupio è diventato un must delle nostre giornate. Ormai Valentino esige di stare nel marsupio per un po' di tempo tutti i giorni per poter stare attaccato alla sua mamma. Quanta pazienza.








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