stare a casa mai: Foresta Nera


Il nome Foresta nera evoca cupe storie dei fratelli Grimm. Mostri, streghe e sortilegi  Siete d'accordo? Ebbene dovete sapere che le cose, nella realtà, non stanno esattamente così.



Situata nel sud della Germania, al confine con l'Alsazia francese e la Svizzera, la Foresta nera è in realtà una nota regione turistica per tutti i tedeschi, tra natura, montagne, buon cibo e orologi a cucù.

Noi ci siamo stati per dieci giorni, sconfinando un po'. 

Vi racconto il nostro giretto tedesco.

Giorno 1: partenza, in auto, e viaggio fino a Friburgo.

Abbiamo coscientemente scelto di viaggiare in auto perché era la soluzione più economica, sia per raggiungere la Germania sia per gli spostamenti quotidiani. Da Novara siamo andati dritti al San Gottardo, dove siamo arrivati per l'ora di pranzo. Prima del traforo c'è una comodissima area si sosta in cui fermarsi a fare pic nic. All'interno c'è anche un ristorante, se non avete voglia di portarvi i panini. Noi ci siamo organizzati un pic nic svuota frigo, tra affettati, formaggio, pane e frutta. Eravamo già passati di qui l'anno scorso, in viaggio verso Stoccarda. Stavolta, invece del traforo che come sempre ci prospettava ben 90 minuti di coda, abbiamo optato per il passo, che ne richiedeva 60. Mai scelta fu più azzeccata: il paesaggio sul passo è bellissimo, pieno di laghetti e corsi d'acqua, estremamente panoramico. 



Da lì si prosegue attraversando la Svizzera fino al confine tedesco, per poi raggiungere Friburgo in Brisgovia. Qui abbiamo affittato un comodo monolocale in zona universitaria, ben servito dai mezzi e vicino al centro. Questo ci ha permesso di mangiare a casa a colazione e a cena, risparmiando parecchi soldi. La prima sera abbiamo però scelto di cenare fuori, optando per il classico pub di quartiere, il Brennessel.




Giorno 2: visita al centro di Friburgo

Solo a Friburgo ci sono tantissime cose che potete vedere. Noi siamo partiti da Altes Rathaus per poi girare liberamente per il centro storico della città intorno alle due porte, la Martinstor e la Schwabentor, intorno alla Cattedrale





Il centro di Friburgo è veramente interessante perché è pieno di piccoli canaletti: in origine servivano per garantire approvvigionamento di acqua ma oggi vengono usati principalmente dai bambini per farci navigare piccole barchette di legno. La cosa è molto divertente perché l'acqua nei canaletti corre veloce, per cui le barchette navigano facilmente permettendo ai bambini di correre e sfogarsi un po'. Altro che trascinarli di peso perché non vogliono camminare! Stavolta eravamo noi a rincorrere Valentino. Le barchette vengono vendute in tanti negozietti e bancarelle, ma io ho puntato al negozio Spielzeugladen Holzpferd che vende giochi, soprattutto in legno,  di vario tipo, tradizionali e ricercati.



 Ci siamo tornati due volte e ho dovuto invitare Valentino a uscire perché il rischio di lasciare lì l'equivalente della rata di un mutuo era altissimo. In questa giornata abbiamo anche goduto di un pranzo tradizionale tedesco: ci siamo fermati al Biergarten Brauerei Feierling dove abbiamo pranzato a base di birra, wurstel e brezel.





Giorno 3: visita a Triberg - Schonach. Triberg è una piccola cittadina in mezzo al verde che vi farà capire perché viene chiamata Foresta nera. La strada che abbiamo percorso per arrivare qui da Friburgo ci ha portato in mezzo a prati verdi e boschi così fitti da oscurare la luce del sole. Si attraversano tanti piccoli borghi con case tradizionali dai tetti spioventi e la campagna è piena di pascoli con mucche o cavalli e di cicogne che brucano i campi, riconoscibilissime per le loro zampe rosse. Triberg ospita due diverse attrazioni: le cascate (plurale mi raccomando) più alte di Germania e i tre orologi a cucù più grandi del mondo.



 Dovete sapere innanzitutto che queste attrazioni attirano moltissimo turismo rendendo il centro piuttosto affollato. L'accesso alle Cascate è a pagamento ed è limitato da cancelli, da cui si accede a diversi percorsi escursionistici per arrampicarsi lungo i salti delle Cascate. Non vi aspettate una grande cascata come quella del Toce, perché troverete tre diversi salti più piccoli per un totale di 163 metri. Le cascate sono comunque molto belle e il percorso frequentato da scoiattoli piuttosto socievoli. Entrare alle cascate vi costerà 8 euro a testa per gli adulti. I bambini, un po' dappertutto, entrano gratis fino ai 6 anni, quindi Valentino non ha pagato un singolo ingresso per tutta la vacanza (ragazzo fortunato). 



In paese troverete invece la Haus der 1000 Uhren ovvero la casa dei mille orologi a cucù, che è banalmente un grosso negozio di orologi in cui troverete creazioni a cucù per tutte le tasche. 



Spoiler: anche i più economici sono comunque abbastanza costosi. Ci sono due punti vendita: uno in centro e uno fuori città, sulla strada che vi porterà a vedere uno dei tre orologi a cucù più grandi del mondo. Si tratta, letteralmente, di strutture grandi come una casa. 

Arrivando da Friburgo la nostra prima tappa è stato Erste weltgrößte Kuckucksuhr. L'ingresso costa 2 euro per gli adulti e da accesso alla struttura dell'orologio, che è di fatto una piccola casa, e a un bel giardino con statue in legno e panchine per poter assistere all'uscita dell'uccellino del cucù.




 La nostra seconda tappa è stato il Weltgrößte Kuckucksuhr , il più grande dei tre. Qui l'ingresso costa 3 euro, naturalmente sempre per gli adulti, e tramite dei tornelli automatici si accede alla struttura interna. All'uscita si trova un negozio di orologi e souvenir abbastanza fornito dove cambiare i soldi per l'ingresso se non avete moneta.

 



Il terzo orologio è il Kuckucksuhr , il più piccolo, ed è stata una piccola delusione: l'orologio è davvero bellissimo ma il meccanismo per farlo suonare a comando era rotto e il cucù fermo. Davvero un gran peccato. 



Triberg all'ora di pranzo può essere complicata, oltre che costosa, tra persone che pranzano e altre che cercano una fetta di torta della foresta nera, che qui viene spacciata come "super tipica di Triberg che l'ha poi importata in tutta la regione". Noi abbiamo pranzato all'Hotel Pfaff e fatto merenda al Eiscafé am Marktplatz dove oltretutto il personale parla italiano fluentemente. 


Giorno 4: visita a Baden Baden e al castello di Hohenbaden

Se avete dimestichezza con i classici russi del 19esimo secolo, avrete già letto il nome di Baden Baden diverse volte (per farvi un  esempio, a Baden Baden si svolge il soggiorno termale della famiglia Ščerbackij nel romanzo di Tolstoji "Anna Karenina", anche se la città non viene mai chiaramente indicata con il suo nome). Baden Baden è infatti una località termale famosissima e tuttora frequentata dell'aristocrazia russa. Nel 19esimo secolo ne ospitava la créme non solo aristocratica ma anche culturale, tanto da diventare la seconda casa di Dosevskji.



 Potete andare a salutare la sua statua in cima al parco cittadino, che merita la passeggiata. Intorno al centro troverete diversi parcheggi, tutti a pagamento, ma vi consiglio di fare attenzione e di sceglierne uno più centrale possibile. A Baden Baden troverete due centri termali, vicini tra loro, che non ammettono bambini piccoli: uno ammette bambini dai 7 anni in su, l'altro dai 14 anni. Quindi, visto che Valentino ne ha 5, il nostro progetto di visitare le terme è miseramente sfumato. 



Abbiamo comunque visitato la città, che è molto bella esteticamente ma forse un po' troppo indirizzata a un turismo "ricco" fatto di shopping, terme e casinò (Dostoevskji ha ambientato qui il suo romanzo "il giocatore"). Grande delusione scoprire che la Trinkhalle non ospita più rubinetti di acqua potabile, ma l'edificio è sicuramente bellissimo. 



I prezzi in città sono alti, ovunque andiate, ma troverete tanti bei posticini per mangiare. Noi abbiamo pranzato al  Restaurant Laterne che ha una sala interna davvero particolare e che serve piatti tipici della regione della Foresta Nera e Alsaziani (il confine francese qui è davvero vicino).



 Prima di lasciare Baden Baden dovete però inerpicarvi fino all'Altes Schloss zu Hohenbaden dove potrete arrampicarsi liberamente per le scale del maniero in rovina fino alla cima della torre più alta (ma occhio a dove mettete i piedi) per ammirare un panorama mozzafiato di tutta la valle. 



Giorno 5: visita a Colmar. 

A meno di un'ora di auto da Friburgo c'è Colmar, città splendida e pienamente rappresentativa della sua posizione sul confine tedesco. 



Colmar infatti si trova in Alsazia, regione francese adiacente alla Foresta Nera tedesca. Nota per il suo centro storico medievale perfettamente conservato, merita assolutamente una visita se passate da queste parti.



 Lasciate l'auto al tatticissimo parcheggio Parking Place Rapp che ha anche un bel parco giochi vicino, puntate la mappa sulla zona della piccola Venezia con i suoi canali super instagrammabili e girate liberamente tra case storiche, musei interessanti e chiese gotiche. 



Consigliata una tappa per pranzo al locale La Stub, che è in una posizione super comoda e serve le tipiche tarte flambé alsaziane a prezzi onesti. La tarte flambé, grande scoperta culinaria di questo viaggio, è una sorta di schiacciata cotta al forno e condita come se fosse una pizza, principalmente con cipolle, formaggio e prosciutto o pancetta. Naturalmente le troverete in giro condite con qualunque cosa, incluse le opzioni dolci. Anche qui, brezen (o pretzel) ovunque e cicogne in ogni campo fuori città.






Giorno 6: Mundenhof Tier Park e visita al birrificio Ganter

Dopo tre giorni in giro per la regione abbiamo dedicato una giornata al relax. Relax per modo di dire ovviamente, perché quando viaggi con un nanetto di 5 anni parte del tuo cervello sarà sempre concentrata sulla ricerca di parchi giochi, o per farlo sfogare o da evitare come la peste nera. 



Quindi si è rivelata d'obbligo una tappa al Mundenhof Tier Park, nelle campagne fuori Friburgo. Si tratta di un parco con animali da tutto il mondo e con alcune aree gioco molto particolari. All'interno del parco c'è anche un ristorante in cui pranzare e mi sono fatta l'idea che sia molto frequentato nei weekend. 



L'ingresso al parco è gratuito ma si paga il parcheggio per auto, bus e camper (noi abbiamo pagato 10 euro), infatti molti raggiungono il parco in bicicletta: Friburgo è un paradiso di piste ciclabili e molti genitori portano serenamente i figli nei carrellini da attaccare alla bici. 




Tornati in città non potevamo perderci la visita del venerdì sera al birrificio Ganter: azienda storica di Friburgo, oltre a produrre una birra molto buona propone anche diverse attività aperte al pubblico, tra cui vari tipi di visite guidate, tutte però per gruppi organizzati e su prenotazione.



 L'unica eccezione avviene il venerdì sera, quando alle 18.00 è possibile partecipare alla visita dello stabilimento aperta a tutti. Il costo è di 14 euro e comprende la degustazione di una birra a fine visita più molto assaggi nel frattempo: all'inizio del giro a ogni visitatore viene fornito un boccale vuoto da riempire di acqua alla fontana all'ingresso, una di quelle con la vasca in pietra come una volta, che servirà per assaggiare il malto e il luppolo nella sala successiva. 



Segue poi un sano pretzel (Valentino ha mangiato i nostri ma pazienza) per "fare fondo" ai successivi assaggi di birra, spillati direttamente dai silos della produzione (e qui con assaggi intendo che potete tranquillamente bervi due boccali pieni e nessuno vi dirà nulla). 



La visita comprende anche spiegazioni su imbottigliamento, spedizione e fermentazione, sul logo del birrificio, che è strettamente legato alla storia della città e sulla storia del birrificio stesso.



Dopo questa visita super interessante avevamo ovviamente molta fame e sulla via di casa ci siamo dunque fermati a cena al Cafe Atlantik che è un pub di quelli classici con arredamento in legno consumato dal tempo e dall'uso e musica punk di quella buona in sottofondo. Questo è l'unico posto in cui non abbiamo potuto pagare con il bancomat perché accettavano solo contanti (non saprei dirvi se sia così di regola o se sia stata una serata sfortunata la nostra) ma abbiamo strappato uno sconticino ed è andata benissimo così. 

Giorno 7: il mercato della cattedrale di Friburgo, lo Schwarzwald Modellbahn e Schwarzwälder Freilichtmuseum Vogtsbauernhof a Gutach.

Nel nostro ultimo giorno a Friburgo siamo andati a esplorare il famosissimo mercato della cattedrale, con i suoi banchi di fiori, dolci e artigianato locale. Qui abbiamo bevuto l'unico caffè degno di questo nome di tutta la vacanza (standard italiano altissimo) al Eis Café Lazzarin gestito da italiani e brasiliani: fateci un salto per godervi la vista della piazza dal balcone super panoramico.

 



Nel pomeriggio ci siamo spostati a Gutach dove abbiamo visitato il divertentissimo Schwarzwald Modellbahn ovvero un enorme modellino ferroviario della regione. Il costo è di 7.50 per gli adulti.



 Dopo questa tappa obbligata abbiamo finalmente raggiunto il Schwarzwälder Freilichtmuseum Vogtsbauernhof ovvero una sorta di parco/museo etnografico con la ricostruzione di varie abitazioni ed edifici tradizionali della regione, risalenti a vari periodi storici. 




Ci sono anche animali e laboratori, oltre a una sorta di percorso avventura per bambini (ma non troppo piccoli). Da varie recensioni avevo letto che era consigliabile dedicarvi almeno un paio d'ore: non sono d'accordo, perché ci sono davvero tantissime cose da vedere e da esplorare e secondo me l'ideale è destinare al parco almeno una mezza giornata per goderselo con calma. 




Se io ero esaltatissima all'idea di andarci non era altrettanto per Valentino e Max, che nonostante fossero poco convinti si sono poi divertiti tantissimo. Per entrare al parco si pagano il parcheggio, che costa 4 euro, e l'ingresso per gli adulti che costa 12. Qui si è anche consumato il dramma dell'aeroplanino perduto, di cui vi racconterò più avanti.




 Ci siamo anche fermati a cena al ristorante Webers Esszeit - Christian Weber,  poco fuori dal parco, con una bella area esterna e ambienti molto curati. 



Giorno 8: da Friburgo al Castello di Hohenzollern a Gunzburg.

Nel nostro ultimo giorno nella Foresta nera abbiamo salutato Friburgo e il nostro appartamento alla volta della Baviera. Lungo la strada abbiamo fatto tappa al Castello di Hohenzollern. Arrivarci ha richiesto una sosta al Schwarzwälder Freilichtmuseum Vogtsbauernhof, dove la sera prima Valentino aveva perso un aeroplanino, oltretutto comprato la mattina stessa. Fortunatamente il personale del parco è enormemente gentile e disponibile e si è praticamente mobilitato per ritrovarlo. 



Da lì abbiamo proseguito fino al Castello di Hohenzollern, casa della dinastia dei reali di Prussia. Nemmeno qui si entra gratis: l'ingresso per gli adulti è di 23 euro, acquistabile online, ma il parcheggio è  gratuito con tanto di bagni puliti e bus navetta per salire al castello. 



Questo castello vi sembrerà un mix tra Hogwarts e un castello Disney, ma è piccolino e molto ben tenuto. Ci sono due diverse cappelle e ci si celebrano i matrimoni. La vista dai bastioni è davvero fenomenale e ovunque troverete persone che scattano foto. 




Da qui abbiamo proseguito verso la Baviera e la cittadina di Gunzburg, da cui abbiamo poi raggiunto Legoland, di cui vi racconterò nel prossimo post



Altri posti nella mia lista, che non abbiamo visitato per mancanza di tempo: 

lago di Herrenwieser See

Lago Mummelsee 

Titisee-Neustadt (cittadina e lago glaciale molto famoso) 

Monastero di Allerheiligen

Castello Eberstein

Europa Park (parco divertimenti a mezz'ora da Friburgo) 

Donaueschingen

Ettenheim

Furtwangen

case a graticcio di Schiltach 



Dove abbiamo dormito: per questa vacanza tutta itinerante la scelta è caduta su un mini appartamento in zona universitaria, vicino a gli ospedali. Non troppo lontano dal centro, che raggiungevamo facilmente a piedi, ma comunque in una zona abbastanza tranquilla. La fermata del tram era sotto casa, ma la cosa più utile è stata la lavatrice. Dovendo stare via per diversi giorni, in tre, non avendo grandi certezze sul clima, abbiamo cercato di portarci solo lo stretto necessario. Ogni sera caricavo la lavatrice con gli abiti sporchi o sudati e stendevo tutto serenamente sul balcone. In questo modo abbiamo ottimizzato moltissimo le valigie, portandone semplicemente una grande. La seconda cosa utilissima che ci ha spinti a scegliere questa soluzione è stata la possibilità di cucinare: colazione e cena (o pranzo) preparati a casa ci hanno fatto risparmiare moltissimo e ci hanno permesso di gestire i nostri orari in totale libertà. In più io sono ufficialmente in una fase della mia vita in cui mi diverto di più a esplorare i supermercati stranieri che a fare shopping di vestiti e scarpe: scoprire le differenze tra Aldi e Lidl tedeschi e italiani è stato decisamente istruttivo. 



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