La dura vita della casalinga: #1 la coda in posta

Oggi ho ufficialmente avuto la mia peggiore esperienza di sempre in posta. Ci sono andata per incassare dei vaucher lavoro, ossia uno dei tanti modi che permettono a noi precari/disoccupati di portare a casa qualche soldo in più. Dopo i soliti dubbi sul tipo di biglietto da prendere per mettersi in coda (perché alle poste nessuno sa mai qual'è lo sportello giusto, ma la coda è una certezza), scopro di avere ben 20 persone davanti. A mezzogiorno. Mi è capitato spesso di aspettare molto, ma all'ora di pranzo chiunque entrerebbe in crisi da carenza glicemica solo al pensiero. In più non mi sembrava tanto pieno, e mi chiedevo dove fossero quelle 20 persone. Dopo una lunga lunga attesa, durante la quale gli impiegati facevano il solito scherzo del fermarsi due ore tra un cliente e  l'altro, è stato chiaro che una buona metà delle 20 persone davanti a me non era stata altrettanto tenace e aveva scelto la fuga strategica in attesa di tempi migliori. Come dargli torto? Finalmente, arrivato il mio turno, mi trovo davanti alla persona più stordita e indisponente dell'ufficio postale: in piedi invece che seduta, antipatica come un ghiacciolo e svogliata quanto un tassista greco (provate i tassisti greci: sono troppo svogliati anche per truffarvi). Mi chiede se i vaucher sono firmati e io "si, certo che sono firmati", "no, da lei dico" mi risponde. Capirai che difficoltà! Dammi una penna che in 30 secondi netti te li firmo. Segue la richiesta di un documento, studiato per circa 10 minuti come se fosse falso: amica, ho tagliato i capelli, non mi sono rifatta i connotati! Dopo lo studio della carta d'identità arriva il confronto con il codice fiscale. Ah ma allora non sei proprio convinta! A questo punto la tizia stampa la doppia ricevuta e mi consegna quella per lo sportello da compilare, spiegando di scrivere "nome cognome e dati del documento", perché lei non è capace, vero? Infine arriva il momento della consegna dei soldi e mi sento chiedere "ha mica due euro e cinquanta di resto?"... Cosa? Non ti sto pagando un bollettino cara, sei tu che devi darmi i soldi, quindi vedi di darmi anche le monetine che mi spettano! Quindi, con aria afflitta, la tipa gira per tutti gli sportelli per cambiare i soldi e darmi le monetine, e al mio arrivederci risponde con un mugugno: stronza! Sei una stronza! Quindi, sebbene la posta non sia mai un luogo piacevole, questa esperienza di scarsa educazione ha decisamente superato il limite sottile tra la scocciatura e la fastidiosa incombenza a qui presentarsi armati. Meditate poste, meditate!

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