mama blog: i 9 mesi di Valentino







Si dice che i piccoli di uomo restino nell'utero materno per nove mesi non perché dopo 40 settimane ne escano perfettamente formati e indipendenti, ma perché la madre non potrebbe sopportare una gestazione più lunga (confermo assolutamente). Perciò, per i nove mesi successivi alla loro nascita, come farebbero dei piccoli marsupiali, sono totalmente dipendenti dalla madre per la loro sopravvivenza. Questo periodo di tempo viene chiamato esagestazione, ovvero gestazione esterna, durante il quale il cucciolo di uomo vorrà stare più tempo possibile attaccato alla madre come una cozza allo scoglio (confermo anche su questo punto). Raggiunta questa età, in cui molto volgarmente "ha passato più tempo fuori che dentro" il bambino ha sviluppato un livello di indipendenza minimo: mangia cibo solido, magari cammina o almeno gattona, dice le prime parole e in generale inizia a fare qualcosa da solo. Nel caso di Valentino, che è nato di 38 settimane e 5 giorni, il passaggio della boa è stato circa 4 giorni prima del compimento dei 9 mesi. 


Numeri primi

Quando sono rimasta incinta usavo una app per monitorare il ciclo. Appena sono rimasta incinta e l'ho impostata in modalità gravidanza, ha iniziato a contare i giorni di gestazione. Una volta nato Valentino ho segnato la sua nascita sulla app che si è impostata in modalità neomamma e ha iniziato a contare i giorni. Come dicevo in questo post Valentino è nato il 7.7.19 alle 17.29, che per chi è appassionato di matematica (o di cabala) sono tutti numeri primi. Ebbene, al momento di controllare quando avrebbe compiuto le sue 38 settimane e 5 giorni nel mondo, ho scoperto dal calendario della app che è nato dopo 271 giorni di gestazione (diciamo 271 dal momento in cui si è iniziato a calcolare una ipotetica data del parto). Voi direte, quindi? Quindi,  271 è un numero primo. A farlo apposta non si riesce. Sarebbe stata senz'altro una interessante combinazione da giocare al lotto, se non fosse che i numeri giocabili sono solo 90 (ma le tabaccherie sono aperte, quindi consiglierei le ruote di Napoli e Venezia).


Quarantena parte 2

Se nelle prime due settimane di quarantena volontaria potevamo ancora andare a fare la spesa e uscire a fare un aperitivo, una volta entrati in lockdown anche quella minima attività che era uscire di casa per una commissione è venuta a mancare. Portare i sacchi di pannolini usati del Vale dalla sua cameretta al bidone in garage è diventata una attività da litigarsi tra genitori. Il problema con Valentino però non è stato tanto il non poter uscire in sé. Certo, le varie attività di socializzazione con altri bimbi sono state sospese, ma pazienza: tanto, più che rubarsi giochini e tirarsi zampate, al momento, non è in grado di fare. Il problema è che Valentino non dorme. La sera si addormenta tardi e al mattino si sveglia presto, mentre durante il giorno è difficile che faccia lunghi pisolini. Infatti, le passeggiate quotidiane servivano per farlo dormire un po' nel passeggino, più che a fargli prendere aria. Venute a mancare le passeggiate, ora bisogna convincerlo a fare un paio di pisolini, altrimenti la sera è schizofrenico. Sfido chiunque a convincere a dormire un bambino che non ha la minima idea di schiacciare un pisolino. Ma neanche morto. Praticamente uno sport olimpico. Se dorme, dorme in braccio e appena lo appoggi nella culla o sul divano si sveglia urlando. Evviva...


Denti, ancora...

Usciti i primi due dentini, che ormai danno a Vale un carinissimo sorriso da coniglietto, un terzo è in pole position nella gengiva superiore. Purtroppo, come per i primi due, anche questo se la  prende comoda. Quindi io e Max siamo tutto il giorno in casa con un bambino che urla perché sta mettendo i denti, non dorme di notte perché sta mettendo i denti, morsicherebbe la sua stessa madre pur di farsi passare il male ai denti. Carinissimo. Ormai gli metto il ciuccio nel frigorifero, tra le uova e il burro, pur di fargli passare il mal di denti. Denti che però non escono. 


Mammite da recinto

Dopo aver lasciato Valentino a giocare per terra sui tappetoni puzzle per settimane, l'ho trasferito nel box. O, come lo abbiamo ribattezzato, il recinto antifuga. Con il suo bel materassino morbido, i bordi a rete, le maniglie per tirarsi in piedi. L'ho allestito con qualche peluches, un cesto di giochini, un cuscino... quando ce lo piazzo si aprono due possibili scenari: nel primo, Valentino gioca tutto tranquillo per un po', poi si stufa e inizia a lamentarsi. In questo caso, io posso fare altre cose con calma e tranquillità, compreso scendere in cortile per ritirare un pacco. Nel secondo scenario, Valentino si rifiuta categoricamente di stare nel box, si irrigidisce a metà strada, inizia a piangere e a dire cose come "ba ba ba", che ancora non si capisce se sia mamma, papà o pappa. Lui semplicemente urla "bu...buu...ba ba ba!!" finché non viene preso in braccio e portato in giro. Ho anche comprato un nuovo marsupio per avere le mani libere. Non posso nemmeno andare in palestra, ma questo bambino mi fa venire un gran mal di schiena. Diventerò gobba.



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